venerdì 30 maggio 2014

Maggio

Ogni anno arriva, puntuale.
Ogni anno è lì che grida ansimante e forte, fiero e docile, amabile e vigoroso.
Maggio.
Maggio è un mese speciale, è una mese attivo, coraggioso, forte, sereno.
Il nome "Maggio" deriva, con tutta probabilità, dal nome della dea romana Maia, dea della fecondità e del risveglio della natura in primavera. A lei si legavano i riti della fecondità della terra, del buon raccolto e della luce come cammino verso il solstizio estivo.
Maggio è il contenitore perfetto per la maternità; Maggio è il mese della Madonna, è il mese della mamma, della natura che moltiplica se stessa, dell'Uomo che si avvicina a Dio.
I fiori fanno da padrone di questo mese dai mille colori, dalla terra al cielo, ai prati, ai temporali, all'aria fresca, a volte frizzantina, a volte già calda...
Durante il mese si compiono delle trasformazioni incredibili e meravigliose.
La natura si apre, la primavera fa esplodere colori, suoni, profumi, è tutto più alla portata, come se fosse li per essere preso, colto, raccolto.
Maggio inizia con il Primo Maggio, un giorno speciale e di vacanza, di festa per chi lavora; un giorno dedicato al riposo alla calma, alla tranquillità.
Ma Maggio è anche il mese della Prima esposizione universale, del primo francobollo, della riconquista di Berlino da parte dei Sovietici nella seconda guerra mondiale, del tunnel sotto la manica, della sinfonia n°9 di Beethoven, dell'Euro, di Nelson Mandela, dello sbarco dei Mille, del primo campionato di Formula 1, della Borsa di New York, della Convenzione Europea per i Diritti Umani, di Jesse Owens, della bandiera della Comunità Europea, del brevetto dei Cornflakes, del brevetto della Coca-Cola, della festa dell'Europa, del referendum abrogativo sul divorzio, del primo e anche 100° Giro d'Italia (in bici), della fondazione di Emergency, della giornata mondiale contro l'omofobia, del commercio del cerotto, della Legion d'onore, di Pac Man, del ponte di Brooklyn, del primo messaggio telegrafico, di Batman, della 24 ore di Le Mans, di Amnesty International, della strage di Piazza della Loggia,  della prima scalata all Everest, dell'agenzia spaziale italiana, della giornata mondiale senza tabacco.....
Maggio è anche altre cose, altri fatti, altri colori...è anche un mese di pioggia, di sbalzi d'umore, di luce, di temperatura.
Maggio è un mese fantastico, davvero non potrei farne a meno, ogni anno...

lunedì 30 settembre 2013

In camera caritatis

Commuoversi nel 2013 non è certo cosa semplice; dico commuoversi veramente. Non intendo le scene in tv stile similsoap opera all'italiana, o il pomeriggio sulle reti televisive.
Non intendo neanche i film struggenti, o i libri strappalacrime.
Oggi sono andato a messa, in una domenica qualunque di fine settembre.
Chiesa di S.Agata a Imola (BO), probabilmente una delle tante parrocchie in Italia che contano 20-30 fedeli.
Ovviamente ero il più giovane, ovviamente ero il forestiero..ovviamente celebrava un vecchio prete che ne avrà viste passare tante sotto gli occhi.
Davanti a me prendono posto, con la scioltezza del quarto d'ora accademico rispetto all'inizio della celebrazione, una ipotetica nonna giovanile con un'ipotetica nipotina di due anni.
Difficile tener ferma una bambina così vispa e con la voglia di giocare anzichè silenziosamente ascoltare un vecchio prete canuto che "la prende larga" per trattare una bellissima parabola evangelica con l'assurda modernità di governi, istituzioni, "i giovani d'oggi" e la cupidigia.
E infatti la piccola non riesce a star seduta con la nonna che, con atteggiamento non curante, la fa pascolare beatamente tra i banchi, nella navata, la accompagna ad accendere le candele con un importante suono di moenta che, a confronto del sibilo di voce dell'anziano prelato, sembrava il rumore di una sezione di piatti dell'orchestra sinfonica nazionale.
Inizio ufficalmente ad innervosirmi.
Noto che anche i (pochi) anziani presenti, seppur non abbia la certezza del corretto funzionamento dei padiglioni auricolari di tutti, iniziano a lanciare occhiate di ammonizione verso una signora, certamente oltre la mezza età, che non coglie il disordine e l'inquieto vivere di quei 30 mesi scarsi di nipotina.
La scena prosegue durante tutta la fuzione, anche nei momenti "forti" quali la consacrazione.
Ed è lì che forse scatta il dunque.
Mi accorgo che per quanto poco rispettoso nei confronti dell'anziano rappresentante del clero, dei vecchi presenti, e di me stesso e il mio nervosismo per un atteggiamento superficiale, crolla miseramente davanti al pensiero che una nonna e una nipotina, abbiano potuto ritagliarsi il tempo, l'unico tempo della loro giornata, e della loro vita, per venire a trovare una persona speciale.
Immagino che dietro alla scelta di non incontrarsi hanno portato il limite di accompagnare una bimbetta vivace e forse poco obbediente (Dio sa per quali ragioni!!) in quello che per ciascun credente professante, è il momento più importante della settimana!
E immagino che la misericordia infinita davanti a urla, corse, rumori, e chiacchiericcio di una nonna e una bambina, non possa che sorridere e godere di una presenza così colorata e così di carità quale l'incontro con queste due creature, così semplici ma così uniche.
Penso che il mio nervoso debba andare a farsi fottere e con lui tutte le nostre pretese di essere sempre e comunque adeguati, in ordine, a posto con noi stessi per "mettersi davanti a capo alto". Penso che per lo più basta ESSERE SE STESSI, e godere dei frutti che si ha, non smettendo mai di ricordarsi i propri limiti e i difetti, migliorandosi sempre e accettandosi incodizionatamente.
Mi sono commosso dunque di quelle due figure e della fatica stupida di volerle redarguire; mi sono piegato a metà davanti alla bellezza di quel semplice momento, e mi sono inchinato davanti ad un amore così grande che sa accettare ben oltre (per fortuna) i limiti umani...
Ripenso a quelle due e alle tante fatiche mie, e spero che uno spazietto in quella misericordia celata, ci sia anche per i tanti limiti che ogni giorno mi accompagno mano nella mano...

mercoledì 13 giugno 2012

Intrecci


Adoro quel mescolio della vita che fa intrecciare situazioni e momenti, intersecando volti, luoghi, sentimenti, emozioni. Adoro vedere quelle persone che si incontrano per caso al lavoro e che si salutano con una stretta di mano, e qualche ora dopo che si scambiano abbracci in un locale in fondo alla via, nei bassifondi della città.
Mi piace vedere che le relazioni umane sono legami intrecciati, più complessi della catena del DNA, e decisamente meno sequenziali.
Amo il pensiero di un qualcosa che “tocca” e “viene toccato” in una danza di comunicazioni e di segnali che si colorano di noi.
Mi piace tante volte fermarmi a guardare e, come in quei passatempo dove si uniscono puntini con i numeri, fissare con coraggio e fantasia i personaggi di una storia travolgente di emozioni ai limiti di un delirio umano. E poi farmi guidare da essa, lasciarmi trasportare come uno spettatore davanti a quei volti che si muovono, vivono, si incontrano, parlano, si amano, litigano e con questo sognare frammenti di vita sparsa nei pensieri ma teatro di una fantasia vissuta da altri.
Ogni giorno mi accompagno a questi spettacoli, ogni giorno cerco di entrare in un personaggio e di vivere quel sogno da vivo.
Ogni istante penso di riuscire a trasformare la realtà insignificante per un corpo a stretto contatto con la vivacità e la leggerezza di un animo. Sono appesantito dalla realtà e il sogno corre molto più veloce.
Allora torno da me, con me e cerco di arrivare a me, per me.
Il limite può sembrare molto più di una montagna da scalare.
Nella fantasia non ci sono confini se non quelli che mettiamo noi; è un posto libero, democratico e corrisponde a ciò che da dentro vogliamo costruire per il fuori.
Volti, immagini, persone, non so chi incontrerò domani, ma so che mi farò intrecciare e mi metterò di nuovo a sognare, e a cercare di capire, ancora più fortemente, quale palcoscenico dovrò calpestare.



sabato 21 gennaio 2012

Details

Già, proprio i dettagli...
Sono loro la causa principale dei cambiamenti nel mondo..
È incredibile come le piccole cose facciano cambiare RADICALMENTE il punto di vista..
Ad esempio uno ruba, è sbagliato. Uno ruba perché ha fame, è giusto. Uno ruba perché ha fame e ruba una collana, è sbagliato. Uno ruba perché ha fame e ruba una collana perché è lasciata incustodita in un luogo pubblico, è giusto (anche se qui sarebbe da dire giustificato).
I dettagli di una persona sono un po come i puntini di quel quadro di Seurat "Domenica pomeriggio sull'isola di Grand Jatte" visti da una certa prospettiva solo l'essenza, o meglio l'esistenza stessa, di quella persona.
Molti dettagli sono in sintonia tra loro ma il risultato non ci piace.
Non credo fermamente sia così scontato avere dettagli irrilevanti o rilevanti che possano addirittura disequilibrare l'armonia del quadro (e nella metafora di quella persona).
Curare i dettagli è importante, anche l'occhio vuole la sua parte.


venerdì 13 gennaio 2012

Avvento..

Silvia, rimembri ancora
Quel tempo della tua vita mortale,
Quando beltà splendea
Negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
E tu, lieta e pensosa, il limitare
Di gioventù salivi?
Sonavan le quiete
Stanze, e le vie dintorno,
Al tuo perpetuo canto,
Allor che all'opre femminili intenta
Sedevi, assai contenta
Di quel vago avvenir che in mente avevi.
Era il maggio odoroso: e tu solevi
Così menare il giorno.
Io gli studi leggiadri
Talor lasciando e le sudate carte,
Ove il tempo mio primo
E di me si spendea la miglior parte,
D'in su i veroni del paterno ostello
Porgea gli orecchi al suon della tua voce,
Ed alla man veloce
Che percorrea la faticosa tela.
Mirava il ciel sereno,
Le vie dorate e gli orti,
E quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Lingua mortal non dice
Quel ch'io sentiva in seno.
Che pensieri soavi,
Che speranze, che cori, o Silvia mia!
Quale allor ci apparia
La vita umana e il fato!
Quando sovviemmi di cotanta speme,
Un affetto mi preme
Acerbo e sconsolato,
E tornami a doler di mia sventura.
O natura, o natura,
Perché non rendi poi
Quel che prometti allor? perché di tanto
Inganni i figli tuoi?
Tu pria che l'erbe inaridisse il verno,
Da chiuso morbo combattuta e vinta,
Perivi, o tenerella. E non vedevi
Il fior degli anni tuoi;
Non ti molceva il core
La dolce lode or delle negre chiome,
Or degli sguardi innamorati e schivi;
Né teco le compagne ai dì festivi
Ragionavan d'amore.
Anche peria fra poco
La speranza mia dolce: agli anni miei
Anche negaro i fati
La giovanezza. Ahi come,
Come passata sei,
Cara compagna dell'età mia nova,
Mia lacrimata speme!
Questo è quel mondo? questi
I diletti, l'amor, l'opre, gli eventi
Onde cotanto ragionammo insieme?
Questa la sorte dell'umane genti?
All'apparir del vero
Tu, misera, cadesti: e con la mano
La fredda morte ed una tomba ignuda
Mostravi di lontano.


mercoledì 14 dicembre 2011

...Si...


Chiare fresche e dolci acque
ove le belle membra
pose colei che sola a me par donna;
gentil ramo, ove piacque,
(con sospir mi rimembra)
a lei di fare al bel fianco colonna;
erba e fior che la gonna
leggiadra ricoverse con l'angelico seno;
aere sacro sereno
ove Amor co' begli occhi il cor m'aperse:
date udienza insieme
a le dolenti mie parole estreme.

S'egli è pur mio destino,
e 'l cielo in ciò s'adopra,
ch'Amor quest'occhi lagrimando chiuda,
qualche grazia il meschino
corpo fra voi ricopra,
e torni l'alma al proprio albergo ignuda;
la morte fia men cruda
se questa spene porto
a quel dubbioso passo,
ché lo spirito lasso
non poria mai più riposato porto
né in più tranquilla fossa
fuggir la carne travagliata e l'ossa.

Tempo verrà ancor forse
ch'a l'usato soggiorno
torni la fera bella e mansueta,
e là 'v'ella mi scorse
nel benedetto giorno,
volga la vista disiosa e lieta,
cercandomi; ed o pietà!
già terra infra le pietre
vedendo, Amor l'inspiri
in guisa che sospiri
sì dolcemente che mercé m'impetre,
e faccia forza al cielo
asciugandosi gli occhi col bel velo.

Da' be' rami scendea,
(dolce ne la memoria)
una pioggia di fior sovra 'l suo grembo;
ed ella si sedea
umile in tanta gloria,
coverta già de l'amoroso nembo;
qual fior cadea sul lembo,
qual su le treccie bionde,
ch'oro forbito e perle
eran quel dì a vederle;
qual si posava in terra e qual su l'onde,
qual con un vago errore
girando perea dir: "Qui regna Amore".

Quante volte diss'io
allor pien di spavento:
"Costei per fermo nacque in paradiso!".
Così carco d'oblio
il divin portamento
e 'l volto e le parole e'l dolce riso
m'aveano, e sì diviso
da l'imagine vera,
ch'i' dicea sospirando:
"Qui come venn'io o quando?"
credendo esser in ciel, non là dov'era.
Da indi in qua mi piace
quest'erba sì ch'altrove non ò pace.

Se tu avessi ornamenti quant'ai voglia,
poresti arditamente
uscir del bosco e gir infra la gente.


martedì 29 novembre 2011

Forse c'è un tempo

Forse c'è un tempo per maledire le frustrazioni che ti tengono legato al presente e che non ti lasciano libero di crescere...
Forse c'è un tempo per dimenticarsi delle persone perse e ricordarsi di quelle ritrovate
Forse c'è un tempo per sognare, costruire, progettare, immaginare...
Forse c'è un tempo per concretizzare, realizzare, per sporcarsi le mani...
Forse c'è un tempo per parlare
Forse c'è un tempo per pensare
Forse c'è un tempo per stare in silenzio davanti a qualcosa di più grande di te
Forse c'è un tempo per portare rispetto
Forse c'è un tempo per chiedere, e per dare
Forse c'è un tempo per pretendere e per avere in cambio
Forse c'è un tempo per rampare fuori dalla crisi
Forse c'è un tempo per restare nel crogiolo del dolore, che uno ha
Forse c'è un tempo per amare
Forse c'è un tempo per odiare
Forse c'è un tempo per innamorarsi, di nuovo
Forse c'è un tempo per restare nell'ignoto
Forse c'è un tempo per dire qualcosa che credi veramente
Forse c'è un tempo per prendere una posizione
Forse c'è un tempo per fare delle scelte, delle rinunce
Forse c'è un tempo per capire che non sei tu, ma è l'altro
Forse c'è un tempo per far parlare una vocazione
Forse c'è un tempo per morire
Forse c'è un tempo per vivere
Forse questo tempo non lo spendiamo sempre nel migliore dei modi, ma si sa, a volte c'è un tempo da buttare, e, a volte, va bene così...